L’automobile, la moto, l’autobus sono tutti mezzi che si muovono perché hanno un motore. L’uomo di motore non ne ha uno solo, ma molti: sono i suoi muscoli. Paragonando i muscoli ad un motore appare chiaro che per consentirci di muoverci a piedi o in bicicletta questi hanno bisogno di un “carburante”.
I muscoli però oltre che utilizzatori di “carburante”(ATP) sono anche produttori di tale sostanza.
Alla
partenza di una gara nei muscoli c’è una scorta di “carburante” molto
piccola che viene consumata dopo pochi secondi. Conseguentemente per
continuare a lavorare (ovvero dare all’atleta la possibilità di
continuare a pedalare) i muscoli rifabbricano questo carburante via via
che si consuma, questo processo prende il nome di meccanismo energetico.
Esistono tre diversi meccanismi energetici:
- Meccanismo anaerobico alattacido (cioè in assenza di ossigeno e senza la produzione di acido lattico). Il “carburante” che si può ottenere con questo processo permette di pedalare intensamente per alcuni secondi (8-10 secondi). Questo processo interviene nella prima parte di un esercizio massimale.
- Meccanismo aerobico alattacido (cioè in presenza di ossigeno e senza produzione di acido lattico). Nei muscoli la combinazione di ossigeno e zuccheri (in misura minore anche grassi) porta alla formazione di nuovo “carburante” con prodotti terminali di rifiuto non tossici quali l’acqua (eliminata con il sudore e l’urina) e l’anidride carbonica (eliminata con la respirazione). Questo meccanismo si attiva per esercizi sottomassimali.
- Meccanismo anaerobico lattacido (cioè in assenza di ossigeno e con la produzione di acido lattico quale prodotto terminale di rifiuto). L’acido lattico che si forma è da considerarsi una scoria che disturba la muscolatura. Il processo di allontanamento dalle fibre muscolari, attraverso la circolazione sanguigna, richiede tempi piuttosto lunghi. I muscoli ricorrono a questo processo quando lo sforzo che devono compiere è piuttosto intenso.
E’
legge biologica che l’organismo reagisca ad adeguati stimoli con degli
adattamenti. L’organismo se stimolato a spingersi verso i suoi massimi
provvederà a spostare verso l’alto i propri limiti, a precostituirsi
riserve, a potenziare le sue strutture e funzioni per adattarsi alle
nuove richieste.
Allenare
vuol dire somministrare opportuni stimoli onde provocare determinati
adattamenti. Entro certi limiti tanto più intensi e/o prolungati e/o
ripetuti saranno gli stimoli tanto maggiori saranno gli adattamenti.
Tempo necessario alla attivazione (latenza) dei vari sistemi energetici
Tempo necessario alla massima attivazione (latenza) dei vari sistemi energetici
Notiamo per l'ennesima volta, come ATP e fosfocreatina
(CP) abbiano un ruolo essenziale nei primi secondi di esercizio
(attività di
potenza) e come tra i 15 ed i 50 secondi subentri il massimo
contributo della glicolisi anaerobica, con produzione di lattato. Solo
intorno ai 50-60 secondi il metabolismo aerobico raggiunge la sua piena
efficacia.
Tempo di esercizio e vie di produzione dell'energia:
1-10" fase della potenza anaerobica (alattacida)
20-45" fase anaerobica (mista)
1-8' fase tolleranza al lattato
>10' fase aerobica